
Umidità e muffa killer: Vittima una star di Hollywood
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Si può morire a causa della muffa in casa?
A quasi 8 anni di distanza dalla sua morte, si è ancora convinti che proprio la muffa ne sia stata la causa. Parliamo ovviamente della star di Hollywood Brittany Murphy, famosa per i suoi ruoli in ‘8 Mile’ insieme ad Eminem, in ‘Sin City’, in ‘Ragazze interrotte’ e via dicendo.
La tesi della morte come conseguenza dell’intossicazione da muffa, da prima ipotizzata a bassa voce dagli inquirenti, è poi stata avvalorata dal successivo e altrettanto anomalo decesso del marito nonché sceneggiatore Simon Monjack, anche lui morto, proprio come la moglie, per un’acuta polmonite e una grave anemia.
Da anni gli scienziati e i medici ripetono che la muffa, l’umidità di risalita e la scarsa aerazione degli ambienti domestici possono avere conseguenze drammatiche sulla nostra salute, e un esempio lampante è arrivato proprio da Hollywood.
Trentadue anni lei, trentanove lui: si può davvero morire a causa della muffa e dell’umidità ascendente?
A quanto pare sì, in quanto tutte le altre ipotesi sono state scartate dagli investigatori: in questo senso, se la coppia avesse preso in considerazione delle soluzioni contro l’umidità di risalita e contro la muffa da condensazione, forse non staremmo raccontando questa incredibile e drammatica storia.
Una polmonite che poteva essere curata
Come anticipato, l’attrice morì il 20 dicembre del 2009, a causa di un arresto cardiaco. A trovarla in fin di vita fu la madre, che chiamò i soccorsi, i quali però non poterono fare nulla: l’attrice, infatti, mancò non appena entrata all’ospedale Cedars-Sinai Medical Center. Dapprima la morte sospetta fu associata ad un abuso di droghe, e quindi ad un’overdose, ma pochi giorno dopo gli esiti degli esami tossicologici eliminarono questa possibilità.
L’autopsia rivelò invece che la causa del decesso di Brittany Murphy era stata proprio una polmonite, una patologia certamente seria che però poteva essere curata, aggravata da una forte anemia e da un’intossicazione da farmaci. Già allora i detective accarezzarono l’ipotesi della malattia causata dalla muffa, la quale era in effetti presente dell’appartamento di Los Angeles.
La morte del marito e la muffa tossica
Fu però la morte del marito, il 23 maggio 2010, a far puntare più decisamente il dito degli inquirenti contro la muffa: le cause del suo decesso erano infatti uguali a quelle della moglie.
Tutto sarebbe dunque da ricondurre ad una muffa particolarmente tossica, la quale avrebbe portato a dei sintomi del tutto simili a quelli dell’avvelenamento da metallo (ipotesi tenuta in conto dal coroner fino a quando non è stato scoperto che le tracce da metallo erano da ricondurre alla tinta per capelli usata dalla Murphy).
Di certo è difficile affermare con sicurezza che la morte di una persona possa esser ricondotta alla muffa: di certo questa può portare a delle patologie respiratorie, e può quindi andare ad aggravare una situazione già magari precaria. Come infatti afferma la letteratura medica, la muffa può avere effetti gravi sugli allergici, ma anche su soggetti non allergici, portando a bronchiti, riniti, sinusiti e sì, anche a polmoniti. Con le quali, si sa, non c’è assolutamente da scherzare.
